COLLINE-MARE

(Edizioni Simple, Macerata 2008)

PAROLE IMMAGINI:

la poesia di una terra sospesa fra l’Adriatico e i Sibillini


Saggio critico del Prof. Evio Hermas Ercoli

‘Le colline il mare’ sono natura e poesia. Più di 100 componimenti di Gian Mario Maulo.

Borghi e paesi di una provincia formato città, gemelli di storia, di forma, di vita spalancano da subito nella lirica di apertura e senza infingimenti il tema molto suggestivo di una terra  sospesa fra l’Adriatico e i Sibillini.

Gian Mario Maulo è un poeta, Ποιεω, il cui significato letterale è "fare", uno che fa poesia; in senso stretto uno scrittore di poesie.

Apre le nostre catene e ci porta davanti a una nuova scena per dirla con Ralph Waldo Emerson. Che cosa vediamo nella scena di Maulo? Cosa intravede lui nella natura? Come scorge il paesaggio?


Perché parla di luoghi agresti, dei cicli delle stagioni, del rapporto uomo luogo, dei miti della memoria e della rigenerazione?

In questo nuovo lavoro ci propone una specialissima selezione di versi che rappresentano idealmente il modo in cui tutti noi abbiamo immaginato e conservato nella memoria la veduta del nostro territorio.

Natura come paese, dunque. E il tutto come provenienza.

Il paesaggio di ‘Le colline il mare’ riesce ad abbracciare tutte le caratteristiche naturali, antropiche e cronologiche di due metafore geografiche, Macerata e Civitanova.

Le colline in ‘Oltre le mura” in 54 poesie di ambiente maceratese e il mare in “Parole di sabbia” in 54 poesie di ambiente civitanovese.

Sono lo sfondo per la rappresentazione di un io privato, che mentre compone con le parole l’allegoria descrittiva del paesaggio, lo riconsegna poeticamente agli altri.


Ogni cosa non viene lasciata fuori, trascurata o minimizzata.

Siamo di fronte a pagine di rara bellezza, a quello che oggi chiamiamo ‘aspetto letterario del paesaggio’.

Nella nostra cultura, seppure le descrizioni pittoriche di paesaggi siano tra le più belle e celebrate di tutta l’arte, non si è mai dato molto peso al paesaggio letterario certamente più familiare al poeta e al narratore.

Sempre Emerson sostiene che il territorio è posseduto sì dagli individui, ma il paesaggio può essere abbracciato solo dal poeta.

L’autore su questo non lascia spazio a dubbi nel suo ritrovare se stessi attraverso la visione del paesaggio. La resa dell’ambiente è spesso prestabilita e prodotto di tecnica letteraria, ma Gian Mario Maulo al contrario bandisce le descrizioni ornamentali e i barocchismi linguistici. Il verso lascia la descrizione colta e solenne. Ogni retorica è fuori dall’ambito del suo interesse.

Il paesaggio è una percettibile frontiera tra soggetto ed oggetto. Maulo riesce a restituirlo ai nostri occhi, impossessandosene e rendendolo unico, e non raccontandolo come faremmo per una fotografia. Sono versi classici nel loro procedimento di aggrapparsi al soggetto con un primo contatto fortemente personale ed elegiaco.


Da questo punto di vista il libro è un prelibato e purificato prodotto artistico, il risultato di una attenzione minuziosa.

La supremazia tra soggetto sociale e soggetto individuale resta sfuggente; si può solo immaginare che Maulo dia la sua preferenza ad una misteriosa ed enigmatica interpretazion: 

sole amaro / sulle pareti del giorno / sole freddo / sui balconi del vento / sole ambiguo / tra mura di voci…

Per questo siamo più portati a soppesare la natura modellata dall'uomo, dove l'elemento naturale e quello antropico si incrociano, dove finalmente ci sia una immedesimazione tra creazione e individuo.

In ogni poesia la sintesi si incarna nel tratto esistenziale: meglio indugiare/ fra le braccia / d’una deriva finita…

Siamo ormai estranei alle conoscenze del mondo naturale. È un pensiero doloroso.

‘Le colline il mare’ ci risarciscono e diventano una nostra percezione temporanea, un segno in movimento, non un’arida ed infeconda sbirciata d'insieme.

Il testo intende avere anche un suo specifico tasso politico (in senso lato) e dimostra come la poesia rafforzi la sua autenticità nel momento in cui ogni parola trova reali e penetranti fondamenta nel trascorso emotivo, nella fantasticheria partecipata ed intensa del lettore.

Maulo si dichiara implicitamente contro l'artificio di imbastiture e di schemi di quei letterati, che nulla hanno a che spartire con la reale consapevolezza della natura, ma che danno incolumità e vendibilità. ‘Le colline il mare’ testimoniano il vero soffio vitale della poesia e dell’esposizione di un luogo, che è fondato sulla realizzazione e la ricerca dell'io narrante.

Danzo la vita / sul filo dei miei sogni impenitenti,/ vicino alla casa delle stelle, / col vento danzo e con le foglie / sul prato fiorito di bambini / sui campi di nuvole e l’asfalto / del quartiere danzo / nei passi sciolti tra i vigneti / caldi sui colli…

Un libro mai tedioso e mai noioso, di grande interesse per chi sia genuinamente attratto dal ‘conosci te stesso’.

L’arredo iconografico lo completa. La parte maceratese è illustrata dai disegni di Carlo Iacomucci, noto artista incisore urbinate.  E’ lo stesso impegno culturale artistico dei versi.


I temi ambientali, il vero e il falso, si versano nella poetica del segno, nelle metafore dell'aquilone, negli spostamenti ventosi del sogno nella realtà. E’ lo stesso messaggio d'amore, di speranza e di libertà simbolicamente rappresentati dagli scorci pascoliani dei suoi fogli, che poi troviamo nella parola di Gian Mario.

Drammatica al contrario la scelta del gruppo civitanovese E.ART. Le composizioni  si agganciano ai temi espressionisti dei versi. Le ambigue figure denunciano inquietudini esistenziali che si frappongono a realtà dolorose. Paesaggi ‘incantati’ che cercano di aiutare la poesia a curare il mal di vivere.

‘Le colline il mare’ rendono complici le forme fonetiche e musicali con quelle grafiche e visive, attraverso una lingua che spesso si concede a diverse esegesi.

Debbo dire che sentivo il bisogno di una simile pubblicazione, poiché  il valore di questo testo poetico va al di là del semplice significato delle parole: rianima la forza sopita della suggestione interiore.

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