Povero Cristo edile

Gocce di pioggia

alla finestra sul cantiere

solitudini più forti di noi

e negli occhi strade di fango

mattoni ruspe ferro rumore

incompiuti slanci di cemento armato

e mani

trafitte mani mai strette

ed un pane

che ha perso il sapore di segno.

Che sai di questa valanga

di questi muri senza respiro

dell’esistenza smarrita

delle gru sospese mani di vuoto?

Non ho scelto di vivere solo

povero Cristo edile

quest’esistenza infuocata

una strada senza futuro

perduta nel passato di altri

affacciata alla sponda

d’un violato domani.

Un uomo senza traccia

senza certezze

ferito dalla speranza

povera di frontiere.

Non chiedermi d’altro

né segnarmi un domani da fare

che nulla è rimasto

in queste libere mani.

Non ho progetto di me

ma solo rispondo della sua chiamata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *