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©Photo credits: Massimo Zanconi
Non amo il vento in cima alla collina
e novembre gravido di nebbia nella tomba
né i crisantemi densi di paura
sbocciati ai vivi e subito recisi:
vorrei per manto di riposo un prato
e un albero di ulivo con le braccia
da orante e le radici immense;
non abito parole di bronzo
e loculi in cemento armato:
la mia casa è una lingua di fuoco
attinta al cero della pasqua
a primavera
quando la morte
non recide la vita ma la compie.