Città natale

Colori di luce,

profumo di neve,

sapore di vita

le voci sommesse del corso:

la piazza è una casa,

le bancarelle un salotto,

un sorriso di  nuovo,

la fretta lieta  e leggera

dell’andar per negozi

più fragranza del dono

che gusto d’avere:

un pensiero ai  bambini

il pandoro alla tata

l’agenda al collega

un biglietto all’amico.

Poi il  dolce  affannarsi in soggiorno:

una spirale di luci l’abete,

due assi il presepio di rito,

una cometa appesa nel vuoto,

un gioco per le ore di attesa,

il disordine dell’abbondanza in cucina,

una telefonata ai parenti,

un coro sul primo canale

la festa del circo il secondo,

il terzo un po’ di cultura.

Poi scende il silenzio su questa  betlemme

d’una provincia qualsiasi del mondo

che apre la porta a chi ricambia il regalo.

Ma lui dov’è?

Se non nasce a questa capanna di casa

la gioia è senza radici

la cena senza invitato.

La sua tenda è tra noi

ma ancora non lo conosciamo.

Qualcuno si avvia nella notte.

a vedere se nasce ancora per noi.

Stanotte. Forse. Si dice.

Forse anche qui:

potrebbe essere oggi duemila anni fa.

Qualcuno lo cerca

oltre la sera il freddo le cose:

quando apparirà la prima luce

sarà l’eterno.                                     

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